Torre Alfina
Situata a 602 metri s.l. del mare, posta sull’altopiano dell’Alfina è punto caratteristico triconfinale fra Umbria, Lazio e Toscana. Sorta nei secoli alla primitiva Torre di guardia e nominato dal 2007 uno dei Borghi più Belli d’Italia, Torre Alfina con le sue viuzze e case in pietra crea un’atmosfera d’altri tempi.
Tutto intorno al borgo di Torre Alfina e il suo castello regna naturalmente il Bosco del Sasseto, una foresta mista di latifoglie secolari, la quale deve il nome ad un singolare substrato geologico formato da un accumulo di blocchi di roccia lavica ai piedi della rupe su cui sorge il castello. Definito dal National Geographic “Bosco delle Fiabe” o “Bosco di Biancaneve”, un tempo era selva oscura e selvaggia.
Fu trasformato a fine ‘800 dal Marchese Edoardo Cahen nel fantastico parco attuale dove all’interno, fra le altre cose, è situata la famosa tomba dove, nel 1894, venne sepolto egli stesso. Oggi Monumento Naturale di proprietà del Comune di Acquapendente è meta di visite e attività naturalistiche.
Una cronaca del ‘500 fa risalire la fondazione della prima torre detta “del Cassero” al VIII secolo, ma le prime testimonianze documentarie compaiono nel Duecento.
La famiglia Monaldeschi della Cervara ebbe l’iniziativa di trasformare l’antica struttura i una residenza di campagna sul modello rinascimentale. Gli artefici ingaggiati erano gli stessi che lavoravano anche nella cattedrale di Orvieto.
Alla metà del XVII secolo, per via ereditaria, passò alla famiglia Bourbon del Monte che, nel 1880 la vendette al banchiere di Anversa Edoardo Cahen, che avviò un restauro totale del palazzo. Seguendo la tendenza del revival in voga in quel periodo, l’architetto Giuseppe Partini realizzò un’imponente struttura in stile neogotico rivestita in pietra grigia di Bagnoregio, occultando l’autentico aspetto medievale e le stratificazioni rinascimentali.
Situato ai piedi del Castello di Torre Alfina, il Bosco del Sasseto offre ai suoi visitatori un’atmosfera unica e quasi incantata, con i suoi sentieri estesi tra massi e rocce di tutte le dimensioni ed i suoi maestosi alberi secolari.
Un gioiello di biodiversità forestale unico in tutta la regione Lazio. Grandi tronchi a volte cavi, rami contorti, massi coperti di muschi e felci, i canti degli uccelli e i timidi fiori nel sottobosco rendono l’atmosfera di questo luogo un mondo incantato e meraviglioso.
Ci si imbatte in opere come ghiacciaie per la conservazione dei cibi e addirittura un Mausoleo dalle forme gotiche, che custodisce le spoglie di uno degli storici proprietari del Castello, il Marchese Edoardo Cahen.
Dai giochi all’erbario, dal laboratorio al sentiero, ogni suo spazio, interno o esterno, è dedicato alle tante chiavi di lettura con cui si può affrontare il tema dei fiori. E delle mille relazioni che queste colorate entità intrecciano con il resto del mondo vivente, di cui anche noi facciamo parte.
Un luogo, insomma, dove scoprire finalmente “tutto quello che avreste voluto sapere sui fiori ma non avete mai osato chiedere”.
Perché un museo del Fiore? Forse perché intorno al Museo sono state riconosciute più di mille specie di piante da fiore. O forse perché qui la tradizione del fiore è di casa con la festa dei Pugnaloni. O forse perché l’edificio che lo ospita si chiama “Casale Giardino”. O forse per tutte queste cose insieme… e molte altre ancora.
Scopri Acquapendente e le sue frazioni
Acquapendente
la nostra città
Acquapendente
Scopri le meraviglie di Acquapendente, tutti i suoi monumenti ed i suoi segreti
Trevinano
al confine con Toscana e Umbria
Trevinano
Borgo immerso nella Riserva naturale di Monte Rufeno all'incrocio fra 3 regioni